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Audacia e naturalezza, “Que serà” al teatro del Grillo

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Teatro

Audacia e naturalezza, “Que serà” al teatro del Grillo

Al teatro del Grillo di Soverato lo spettacolo diretto da Paolo Triestino con Edy Angelillo

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E’ l’audacia e la naturalezza di un testo straordinario la forza di “Que serà”. Lo spettacolo diretto da Paolo Triestino, in scena anche come uno dei tre protagonisti, Filippo, è infatti una commedia, ma pure no: se vi dicessimo che parla di eutanasia, andreste a vederlo? Forse. Eppure l’abile penna di Roberta Skerl – è lei l’autrice di Que serà, ed è già di per sé una garanzia – si destreggia con ironia e buoni sentimenti attraverso un terreno quasi inesplorato e, manco a dirlo, oltremodo difficile.

Filippo invita i suoi migliori amici a cena, una sera d’estate, nel suo giardino – molto bella la scenografia di Francesco Montanaro con la corteccia di un immenso albero a fare da sfondo, insieme ai battiti del cuore, ricorrenti, che segnavano il passaggio da una scena all’altra supportati dall’abile disegno luci di Alessandro Nigro.

L’invito di Filippo nasconde un segreto: è per dire ai suoi amici di una vita, con estrema semplicità, che sta per morire e che vuole che loro lo aiutino a farlo prima che il suo corpo cada a pezzi. Spetta a Ninni – una Edy Angelillo in perfetta forma, è piaciuta più di tutti – e Giovanni (Emanuele Barresi), decidere se accettare o meno la richiesta dell’amico.

Con personaggi ben chiari, definiti in maniera intelligente, e prodotto da Diaghilev, Que serà racconta risvolti amari, ma lo fa attraverso risate e ricordi, con una delicatezza disarmante. Il trio di attori, con una bravura notevole, regala emozioni importanti, ma lo fa con leggerezza, la stessa del brano capolavoro del brasiliano Chico Buarque – “O que serà”, appunto -, che dà anche il titolo allo spettacolo.

Aneddoto della serata: dopo la seconda recita – la prima con un tutto esaurito, per l’ultima poco ci mancava -, Triestino ha condiviso con il pubblico, per un brindisi corale, la bottiglia di vino stappata in scena. Era un bianco, vitigno “grillo”: «Bere un grillo al Teatro del Grillo, e quando mai ci ricapita?», ha ripetuto versando nei bicchieri.

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