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Dioneo e Ivan Nasini, dal metal al pop con il singolo “Vivere”

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Dioneo e Ivan Nasini, dal metal al pop con il singolo “Vivere”

Dioneo, al secolo Danilo Costantino, è uscito in questi giorni con “Vivere”, il suo nuovo singolo realizzato insieme a Ivan Nasini

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«Ho scelto di chiamarmi artisticamente Dioneo da ragazzino, studiando il Decameron di Giovanni Boccaccio tra i banchi di scuola. Dioneo è un personaggio allegro, scanzonato, diverso da quelli che erano i canoni e i pensieri del tempo, critico e sempre controcorrente… Insomma un po’ fuori di testa! Proprio come me! E non potevo non innamorarmi di questo personaggio/narratore al punto da scegliere proprio il suo nome come mio nome d’arte».

Quale miglior descrizione di se stesso avrebbe potuto fare Danilo Costantino – in arte Dioneo, appunto – se non cominciando col raccontarsi così.

Catanzarese doc, Danilo nasce nella città Capoluogo di regione l’11 febbraio 1980. Cantante, autore e compositore, comincia la sua carriera artistica da giovanissimo studiando canto moderno e, partecipa per ben tre anni (1998, 1999 e 2001) all’Accademia della Canzone di Sanremo e nel 2001 si posiziona tra i primi 30 finalisti. Da qui le partecipazioni a Sanremo Giovani e Sanremo Famosi nel 2008, arrivando sempre tra i migliori. Ha all’attivo tre cd, EP di inediti e diverse collaborazioni tra cui quella con Ivan Nasini: è con lui che Dioneo ha realizzato il suo ultimo singolo, Vivere, da qualche settimana in tutti gli store digitali.

Ma com’è stato passare dal metal al pop?

Dioneo: «Diciamo che io nasco pop e con gli anni ho virato verso il genere musicale che sento più mio, ovvero il rock. Ho scritto testi particolari dove mi si richiedeva una spinta musicale diversa, come diverse erano le tematiche trattate nei miei testi, specchio di quella che poteva definirsi essere una mia forma di ribellione contro una società che non sono mai riuscito ad accettare, a capire, soprattutto sotto l’aspetto umano e che non mi ha mai rispecchiato molto».

«Dopo diversi anni, ritrovarmi a scrivere un testo profondo come Vivere ha riportato alla luce dentro di me quei sentimenti che pensavo fossero spariti o magari appartenuti ad un’altra epoca in cui credevo ancora che i valori e le emozioni contassero qualcosa; con Vivere ricomincio a sentire che l’Amore, quello vero, incondizionato può ancora esserci, come per dire “io ci sono e ci sono sempre stato dentro di te, faccio ancora parte di te e della tua sensibilità d’animo”».

Ivan: «Ci piace spaziare. Nella musica non si finisce mai di imparare, di mescolare suoni, generi e siamo aperti mentalmente a nuove sonorità, ogni brano ha una sua identità, una propria impronta, una vita, una storia. Penso che fermarsi ad un unico stile musicale sia come una sconfitta e che, spaziando tra i generi si ha la possibilità di non essere monotematici. Del resto un artista che si sente realizzato e arrivato per me è finito! Io ho dentro la stessa rabbia e voglia di arrivare del giorno in cui ho deciso e capito che avevo la possibilità e le doti per produrre musica».

«Da allora sono passati 35 anni, il mondo discografico è andato avanti, la tecnologia per produrre è anni luce avanti, la strumentazione attuale etc.  Ma alla base se non hai un bagaglio culturale e professionale che ti sei pian piano costruito con anni di prove, studi esperienze, errori, gioie, dolori, successi e insuccessi non andrai lontano. Ciononostante con oltre 800 produzioni realizzate e depositate in SIAE, posso dire che ancora ho molto da imparare e l’obiettivo del “brano perfetto” ancora è lontano da raggiungere e questo mi spinge ogni giorno di migliorarmi e progredire. Mattoncino dopo mattoncino».

Cosa ti ha ispirato a comporre e cantare Vivere?

Dioneo: «L’idea di questo brano l’ha avuta Ivan Nasini, il quale un giorno mi telefonò per chiedermi di andare in studio dicendo che doveva farmi ascoltare una cosa che aveva composto e che questa era diversa dalle nostre solite sonorità. Incuriosito vado in studio e, per quanto possa essere pronto a tutto dal punto di vista musicale, devo ammettere che sono rimasto spiazzato nell’ascoltare quella melodia e quelle sonorità cosi insolite per noi, così profonde e rievocative del mio passato. É stato una specie di viaggio nel tempo e dentro mi si è smosso qualcosa… il giorno dopo ho scritto il testo di Vivere ed è stato come esistesse già dentro di me e aspettasse solo il momento di venire fuori».

Ivan: «Non c’è mai una vera e propria ispirazione: è tutto un insieme di stati d’animo ed a volte non compongo per settimane; sono giorni però in cui mi comporto come una spugna, ascolto di tutto, metabolizzo e poi, sul più bello ecco che scatta la scintilla e sento il bisogno di andare in studio, accendere l’attrezzatura, premere REC e iniziare a suonare le prime note sul piano. Da lì poi tutto prende forma lentamente: le prime note, gli accordi, la melodia, gli arrangiamenti, la scelta dei suoni dei bpm, il mix proprio a miscelare tutti i suoni; e alla fine con la voce sopra hai realizzato la tua magnifica opera esternando tutto quello che avevi dentro, sperando che il tuo messaggio possa raggiungere gli altri ed essere apprezzato, interpretato e capito».

Tornerete al rock metal o rimarrete sul pop?

Dioneo e Ivan: «Certo che ritornerò al rock metal! Ovviamente non seguiamo un vero e proprio genere musicale, spaziamo parecchio ed in futuro non mancheranno brani solo in acustico o qualcosa di ancora più diverso da quello che abbiamo fatto finora, magari con contaminazioni, con altri stili dentro per poi ripassare al rock puro o al metal più pesante, per poi tornare al pop, al pop dance o magari ad un brano unplugged piano e voce. Rimanere sullo stesso stile musicale ci annoia, ci fossilizza e non ci fa crescere. Abbiamo voglia e necessità di cambiare anche perché lo stile musicale rispecchia gli stati d’animo».

Com’è fare musica a Catanzaro?

Dioneo: «Ce l’hai la domanda di riserva? (ride, ndr) A parte la battuta: Catanzaro è una città meravigliosa, fatta di gente altrettanto speciale di cui vado fiero. Purtroppo a livello organizzativo musicalmente parlando non è delle migliori, si potrebbe fare molto di più e organizzare eventi di un certo livello, perché ci sono locali, piazze, spazi verdi, teatri, musei dove ogni giorno si potrebbe vivere di tanta buona musica… Anche perché di artisti ce ne sono tanti e sono tutti molto bravi in quello che fanno con idee nuove, con generi particolari e molto professionali».

«Ci sono tanti artisti che vorrebbero proporsi ovunque, ma che purtroppo a livello gestionale politico/culturale a volte non ci sono le competenze per organizzare il tutto in modo che tutti possano esibirsi come si deve magari anche incentivando il tutto dietro un rimborso spese e non con la solita risposta dei titolari dei locali “Quanta gente mi porti”. Noi musicisti, cantanti, portiamo la nostra musica, portiamo le nostre idee, i nostri sacrifici, la nostra passione e le nostre più profonde espressioni e studi.. Dietro la canzone c’è lo studio. Ci sono ore, giorni, mesi e tanti soldi spesi tra prove e acquisto di strumenti, audio, luci e perseveranza e passione… viva la musica!».

Antonia Opipari

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