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Tra Gershwin e Shostakovic, il concerto di Arnaboldi e Mazzuca

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Musica

Tra Gershwin e Shostakovic, il concerto di Arnaboldi e Mazzuca

Tra Gershwin e Shostakovic. Di posti a sedere non ce n’erano più e qualcuno ha deciso di ascoltare il concerto in piedi, pur di non perderselo. L’ultimo appuntamento della stagione musicale degli Amici della musica di Catanzaro non poteva chiudere meglio la rassegna realizzata in collaborazione con il circuito Ama Calabria.

Un bel tutto esaurito ha coronato infatti l’esibizione di venerdì sera nella Sala concerti di Palazzo de Nobili del duo formato da Giuseppe Arnaboldi al violino e Giovanni Mazzuca al pianoforte. C’è da dire, a onor del vero, che quest’ultimo giocava praticamente in casa: catanzarese, il maestro Mazzuca è particolarmente attivo nella nostra regione e insegna Pianoforte e Musica d’insieme al Liceo musicale Tommaso Campanella di Lamezia Terme. Anche Arnaboldi insegna musica nella nostra regione: il musicista è infatti titolare della cattedra di Violino al Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia.

Al concerto non sono infatti mancati tanti loro allievi – i giovani, ad ascoltare la musica cosiddetta “colta”, fanno sempre un gran piacere -, ma pure molti appassionati attratti da un programma particolarmente accattivante.

Il programma tra Gershwin e Shostakovic

La selezione proposta dal duo infatti ha strizzato l’occhio al jazz, con alcuni tra i brani più noti di George Gershwin, con cui Arnaboldi e Mazzuca hanno aperto il concerto: “Rhapsody in blue”, “The man I love”, “I got rhythm” e “Oh lady be good” hanno aperto, è il caso di dire, le danze. La seconda parte del concerto, che ha pure contato su “Begin the Beguine” di Cole Porter e la “Csárdás” di Vittorio Monti, è stata invece dedicata al russo Shostakovich, e alle sue celebri Jazz Suite n.1 e n.2, entrambe con un carattere più di operetta o da cabaret, piuttosto che di jazz vero e proprio.

E infatti dicevamo di due musicisti classici, prestati al jazz, o alla classica che guarda al jazz, per essere più chiari; e del resto lo stesso Gershwin partiva dalla musica colta, alternando il linguaggio classico a quello jazzistico – come avviene all’interno della stessa composizione “Rhapsody in blue”, per intenderci. L’esito della serata è stato travolgente: il pubblico entusiasta ha tributato ai due musicisti lunghissimi applausi.

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