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Spartacu strit viù, la Ss 106 e il ricordo di Franco Nisticò

ph. Luca Michienzi

Teatro

Spartacu strit viù, la Ss 106 e il ricordo di Franco Nisticò

E’ un triste elenco quello delle vittime – purtroppo in aggiornamento continuo -, unite da un unico tragico sfondo, la Strada statale 106: molte fra loro sono giovanissime, altre meno, sono donne, ragazzi, perché la Strada della morte, non fa distinzioni. E’ un’amara verità. Lo sa bene Francesco Gallelli che nel fine settimana al Teatro del Grillo di Soverato, con la Compagnia Teatro del Carro ha portato in scena “Spartacu strit viù”, un monologo dedicato proprio a chi ha perso la vita su quella strada, ma anche a chi ha lottato sempre affinché venissero attuati quei lavori necessari a metterla in sicurezza. Parliamo di Franco Nisticò, il politico badolatese, più volte ricordato nel corso dello spettacolo, deceduto per un malore avuto in occasione di un comizio pubblico, incentrato proprio sulla messa in sicurezza della Statale 106.

Con la regia di Luca Michienzi, che lo ha scritto insieme a Gallelli, lo spettacolo si concentra su Spartaco, un novello schiavo della realtà che lo circonda. Salta la corda, Spartaco, per quasi tutta l’interezza dello spettacolo, senza sosta: il suono sordo del cavo che sbatte sul palcoscenico scandisce un tempo, un ritmo inesorabile, come la storia che si ripete. «E’ l’inferno – ribadisce -. E’ l’impotenza dovuta alle catene alle caviglie», come le sabbie mobili, e alla fine sono «gli incubi che sbranano i sogni». Sì, perché Spartaco vorrebbe fare l’attore, ma il suo contesto è piuttosto preciso ed è costretto ad accettare un lavoro che gli permetta di sbarcare il lunario, in questa terra maledetta: ciò significa, per tutti coloro che vivono lungo la Statale Jonica, doverla percorrere ogni giorno, più volte al giorno e quindi rischiare. Spartaco, mentre lotta non solo per una strada più sicura, ma pure contro la ritrosia della gente a scendere in piazza e pretendere ciò che gli è dovuto, fa anche un ironico calcolo sulle probabilità di morte e di sopravvivenza, e una cosa è certa: se non muori tu, muore qualcuno vicino a te, qualcuno del tuo paese e la 106 colpisce ti colpisce comunque.

Gallelli e Michienzi, con scene e costumi sorprendenti di AnnaMaria De Luca, mescolano la cruda realtà che mette insieme tutto il litorale all’ironia, a momenti in cui il riso si amalgama perfettamente alla durezza dell’argomento principale. Un Gallelli sempre più bravo scende tra il pubblico – prendendo anche fiato dalla corda -, scherza su chi usa il telefono in sala, prende in giro se stesso, fa un riassunto sui generis delle migliaia di puntate della soap delle soap, Beautiful, racconta della morte di Berlinguer, ma anche dell’ultimo comizio di Nisticò. A lui dedica apertamente l’ultimo atto: un’asta con microfono coperta da un drappo rosso e l’audio dell’intervento, accorato di Franco. La corda per saltare è diventata una catena pesante.

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