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“Cantando sulle ossa”, al Tip Femminino Clandestino

Teatro

“Cantando sulle ossa”, al Tip Femminino Clandestino

È ancora uno studio, la versione definitiva arriverà nei prossimi mesi, ma “Cantando sulle ossa” del gruppo Femminino Clandestino nato in seno al collettivo Conimieiocchi, rivela già da adesso un potenziale notevole. La performance, di questo si tratta, è andata in scena sul palco del Tip a Lamezia Terme (Cz), dando di fatto il via all’appendice dell’ultima stagione, che diventa adesso Ricrii 19 e ¾ a cura di Scenari visibili.

Facilitatrici del processo creativo Maria Grazia Bisurgi e Audrey Chesseboeuf, Cantando sulle ossa è un omaggio al celebre testo di Clarissa Pinkola Estès, “Donne che corrono coi lupi”: nel libro la psicoanalista americana attinge a una serie di fiabe, se non proprio a dei miti, comuni a tante culture ma anche più specifici di alcune, per spiegare l’idea della Donna selvaggia, che contiene in sé l’istinto, la capacità creativa, la maternità, una forza smisurata, ma che allo stesso tempo deve fare i conti con le insicurezze e gli stereotipi con cui è costretta a convivere. Ecco, in “Cantando sulle ossa” avviene proprio questo: un gruppo di donne, tutte molto diverse tra loro, anche fisicamente, si ritrova a raccontare e cantare, appunto, su una distesa di ossa vere (animali).

Le cinque protagoniste, parlando con queste spoglie, le strofinano, le fanno suonare, le ascoltano, le cullano: ognuna di loro racconta una storia, alle altre, al pubblico. C’è la vicenda di Persefone, la storia di Barbablù o ancora quella della Donna scheletro, per esempio. Le donne in scena oltre alle ossa, hanno solo un tamburo, suonato di volta in volta un po’ da tutte, delle bende, ma anche una bolla di vetro con dell’acqua, grazie alla quale emettono suoni precisi. Così come precisi sono i bisbigli, le parole sussurrate che si alternano a quelle urlate. C’è molto di ancestrale in questi racconti, che arriva al pubblico con forza, ne attiva l’immaginazione, lo prende e lo trascina, non nelle acque torbide dove dimora la donna scheletro, però: lo spettatore è avvolto come in un sogno, cullato dalle armoniose voci delle protagoniste, Magali Barrios, Sofia Battistini, Beatrice Candreva, la stessa Audrey Chesseboeuf, Maria Todaro. Insomma, in questo Cantando sulle ossa, ce n’è. Adesso aspettiamo solo di vederne la versione definitiva.

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