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La vita di San Genesio secondo Paschitto e i Ctrl+Alt+Canc

Vita di San Genesio
ph Antonio Pittelli/FerMentis

MigraMenti/residenze

La vita di San Genesio secondo Paschitto e i Ctrl+Alt+Canc

Al Teatro Comunale di Badolato da domenica 10 a martedì 12 dicembre, per tre serate la restituzione della residenza “Vita di San Genesio” di Alessandro Paschitto e Ctrl+Alt+Canc

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BADOLATO (Cz) – La vita di San Genesio, protettore degli attori, in scena a Badolato. Mentre la stagione al Teatro Comunale di Badolato è ormai entrata nel vivo, l’annualità 2023 del progetto di residenza MigraMenti, a cura della compagnia Teatro del Carro, si avvia a concludersi. È infatti in corso in questi giorni l’ultima delle ospitalità previste: dopo Elvira Scorza, Alessandro Businaro e Stefano Fortin, Ilenia Romano, Athos Mion e Salvatore Alfano, tocca alla compagnia napoletana Ctrl+Alt+Canc abitare il Teatro Comunale per due settimane.

Guidati dall’autore e regista Alessandro Paschitto, i Ctrl+Alt+Canc (insieme a Paschitto ci sono gli attori Raimonda Maraviglia e Francesco Roccasecca a cui si è aggiunto per l’occasione anche l’attore Manuel Severino) si sono aggiudicati la residenza della categoria “Inedite” con il progetto “Vita di San Genesio”.

Il testo, già finalista al bando Scaramouche 2023 e semifinalista al premio Scenario 2023, parte proprio dalla vita di questo santo, San Genesio, patrono degli attori, dei guitti e dei giullari. Il santo protettore del teatro fu attore e mimo nella Roma di Diocleziano intorno al 300 d.C. e, chiamato a recitare la parodia di un sacramento: lo fece così bene che durante lo spettacolo ebbe una visione e si convertì al cristianesimo, compiendo sulla scena un miracolo per sbaglio. Torturato e ucciso subito, divenne martire.

La Vita di San Genesio

«Abbiamo perso il mondo – spiega Paschitto  – La sensazione del non abbastanza, del fuori tempo, dell’esser sopraffatti ci accompagna senza sosta. Nella continua lotta coi problemi, le soluzioni sono sempre troppo lente. La psicoterapia dura degli anni, la palestra non rassoda mai abbastanza, i farmaci curano e danneggiano allo stesso tempo. Gli algoritmi riassumono e ci spiano, le politiche sono in-effettuali, in-trasparenti e noi alla fine siamo sempre lì, dentro di noi, più o meno laicamente a sussurrare: ti prego ti prego ti prego. Lanciamo un segnale nell’ignoto nella speranza che una risposta, il più possibile salvifica, possa tornare indietro con un rametto di ulivo nel becco».

«San Genesio dopotutto è l’unico esempio di miracolo avvenuto nella storia del teatro. E allora che succede se proprio il teatro dialoga col rito? Che succede se in scena proviamo a far succedere qualcosa che sappiamo essere impossibile?».

«Eccoci. Noi come San Genesio. Ma senza miracoli, per ora. Insomma perché andare così indietro? Per caricare una fionda verso il futuro. Cosa possiamo oggi? Il vero problema: far succedere qualcosa. Farlo succedere davvero. Sentire che davvero qualcosa sta succedendo lì davanti a noi. Superare il labirinto pensoso di problemi e soluzioni e fare un’azione. Questo il miracolo. Non una roba da santoni vintage spiritati ma far succedere nella realtà qualcosa a cui la realtà da sempre dice no, impossibile. Il racconto di una storia e il dialogo col pubblico. Il rito millenario e il pop trash dell’altro ieri. Il teatro del prima in cammino verso il poi».

Per chi vuole saperne di più, l’esito del lavoro in residenza sarà presentato per tre giorni consecutivi: domenica 10, lunedì 11 e martedì 12, sempre alle ore 18:30, al Teatro Comunale di Badolato. L’ingresso è di 1 euro!

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