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Russell Crowe sul palco, divertimento assicurato

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Russell Crowe sul palco, divertimento assicurato

Grande successo per il concerto di Russell Crowe al Teatro Politeama, anteprima dell’edizione 2023 del Magna Graecia Film Festival

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E venne il giorno di Russell Crowe. L’anteprima del Magna Graecia Film Festival al Teatro Politeama ha rispettato tutti pronostici: teatro non sold out ma comunque pieno, con un pubblico di tutte le età venuto per vedere il gladiatore di Ridley Scott, qui nelle vesti di cantante. Insieme a lui la sua band, The gentlemen Barbers, una formazione piuttosto collaudata ed elegantissima in total black.

Ed effettivamente non ci si aspettava così tanto charme: anche il fondale, un giardino al chiuso fra mattoni rossi e luci romantiche prometteva un’intimità mantenuta per almeno tutta la prima parte del concerto, fino alla cover di Leonard Cohen “Take this waltz”. Prima c’erano state le loro canzoni originali “Stand”, “Baby, don’t be so unkind”, “Southampton” e “Killing song”, e anche la cover “Blackjack county chain” di Willie Nelson.

A dividere il palco con Russell Crowe, fin dalle prime canzoni, ma non per tutto il concerto, la giovane musicista Lorraine O’Reilly.

È toccato proprio a lei far virare la serata verso un rock più ruvido con la sua “You should have got to know me”, bellissima come la voce di questa brunetta irlandese, graffiante. Da lì al blues di “One small stone”, il passo è stato breve. E trascinante.

Nel corso della serata c’è stato anche spazio per il figlio di Russell Crowe, Charlie, che ha presentato per la prima volta al pubblico un suo brano.

Subito dopo è stato il padre a riprendersi la scena: per il nuovo singolo “Let your light shine” ha chiesto al pubblico di alzarsi in piedi e a un suo cenno (no, non di scatenare un inferno, quella era un’altra storia) di accendere le torce del telefono. Peccato che in molti le hanno accese molto prima del momento giusto, ma è andata benissimo così.

La difficoltà di comprensione con il pubblico è stata evidente, del resto, fin dai primi saluti dell’attore, quando dopo un iniziale «buonasera, buonasera, buonasera, Catanzaro», Russell Crowe aveva cercato di raccontare una barzelletta, ma alla mancata reazione a una battuta del pubblico, ha commentato «non pensavo fosse difficile fino a questo punto».

Per raccontare infatti un aneddoto su un film girato in Messico, con una tarantola che doveva entrargli in bocca, ha chiamato la sua interprete di fiducia, Bruna, che ha conosciuto ai tempi della promozione di “L.A. Confidential”. 

Tornando alla musica, insieme a “Skinny boy” della O’Reilly, Russell Crowe e i suoi hanno proposto brani come “Time & kindness” e “Testify” – con cui hanno chiuso il concerto -, e le cover di “Psycho” di Amy Shark e una bellissima versione di “Romeo and Juliet” dei Dire Straits.

Il gran finale del concerto di Russell Crowe

Ma il meglio doveva ancora venire: da musicisti navigati, i Gentlemen Barbers hanno riservato per i bis i brani più “esplosivi”. Per il ritorno sul palco – mentre il pubblico chiamava a gran voce Russell Crowe chiamandolo con il nome del personaggio de “Il gladiatore”, Massimo -, hanno scelto “Oh darling, what have I done”, e una pazzesca “Folsom Prison Blues” di Johnny Cash, che ha spinto tutto il pubblico sotto il palco per scatenarsi e ballare (vertici della Fondazione Politeama compresi). Era puro rock ‘n’roll, il divertimento assicurato.

Per l’encore di chiusura, “Valerie” degli Zutons, Crowe ha salutato il pubblico presentando tutti i componenti della band, e invitando il figlio Charlie a unirsi a loro per l’ultimo ritornello finale.

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