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Serero e l’ironia dei suoi dittatori colorati e “coronati”

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Serero e l’ironia dei suoi dittatori colorati e “coronati”

Potrà essere visitata al complesso monumentale San Giovanni fino al 30 giugno la motra di Serero “Autorità e potere”

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Serero c’è stata pure, in qualche modo. L’artista francese protagonista della mostra inaugurata ieri al Complesso monumentale San Giovanni di Catanzaro – che potrà essere visitata fino a fine mese -, è voluta intervenire con un video, inviato direttamente da Dubai, per salutare la città e ringraziare chi le ha permesso di esporre anche dalle nostre parti.

Al taglio del nastro della mostra “Autorità e potere” ha anche partecipato il critico d’arte Ghislain Mayaud, che ha introdotto l’artista prima di tutto prendendo le distanze dalla definizione della stessa Serero come autrice di Fashion pop art.

«La pop art sappiamo che riproduceva oggetti del consumo quotidiano americano – ha spiegato Mayaud -. Sappiamo che la società per eccellenza del grande consumo è l’America, dunque pretendere o offrire intellettualmente l’idea che la mostra sia semplicemente “popartiana” non è giusto, l’artista merita di più del copiare, del farsi rinchiudere in una gabbia simile».

«Se l’Italia ha avuto la sua pop art – ha detto ancora -, la Francia no, per via di Pierre Restany, storico intellettuale e fondatore del movimento del Nuovo realismo. Per lui e per l’artista degli strappi che era proprio di Catanzaro – Mimmo Rotella, ndr – , lo dico per farvi onore per farci onore, per toglierci un poco di quel senso di colpa per il fatto di essere del sud. Ci sono eccellenze del sud che convivono con le mediocrità più assolute, ma ci sono: senza avere la gente dietro che li spinga, lo fanno proprio per amore».

Ritornando a parlare della Serero, Mayaud ha illustrato la sua tipica ironia: «È necessaria se vuoi mettere su i capelli di Adolfo, come una gigantesca pettinatura per sfilare sul tappeto rosso a Cannes. Questa nostra amica fa ironia per sdrammatizzare qualcosa di drammatico: alleggerisce il dittatore. E da dove le arriva questa spinta? Dalla patafisica di Alfred Jarry, quello dell’Ubu roi. La storia negativa, chi più chi meno, è un discorso non politico, ma visuale, uno schema: questi dittatori vanno colorati, interpretati, tecnicamente anche un po’ offesi e addolciti dalla loro cattiveria. É per questo – ha aggiunto ancora il critico – che ritengo che non sia pop art, ma che vada leggermente oltre l’immediatezza del vedere».

Serero, Autorità e potere

Attraverso delle rielaborazioni digitali, arricchite attraverso l’uso di resina, perline, paillettes, zaffiri, diamanti, rubini, acrilici e smalti, le nuove icone, spesso “coronate” e pop, prendono così vita. Le creazioni di Serero sono state esposte a New York, Parigi, Tokyo, Lisbona, Roma, Barcellona, ​​Venezia, Bruges, Milano, Seoul, Pechino e Miami.

In questa serie che fa da sfondo alla mostra “Autorità e Potere”, l’artista ha voluto rappresentare 11 personaggi che hanno scritto o stanno scrivendo le pagine buie o controverse della storia passata o contemporanea. Serero ci fa capire come la storia, oltre ad avere un risvolto positivo, ne abbia uno senz’altro negativo. Molti di questi personaggi ne sono diventati l’emblema.

Ognuno di noi, osservando queste opere, può fare un viaggio nella storia, con la consapevolezza che la vita di ogni essere umano debba essere rispettata e non possa essere tolta in base ad assurde ideologie.

Oltre a omaggiare le vittime di tutte queste atrocità, l’artista non smette di chiedersi come sia possibile distruggere vite innocenti e, se si osserva bene, sul volto di Hussein come degli altri, si percepisce un tocco di umanità (che Serero, ha voluto trasmettere) e che sembra quasi una presa di coscienza, un rimorso, da parte di chi ha vissuto la sua vita uccidendo persone senza colpa.

La mostra “Serero Fashion pop art – Autorità e potere” è promossa da AreaCultura, dall’Associazione Culturale Eos Sud e dalla Galleria ArteSpazio, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro

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